Per il suo debutto in Europa, nel marzo 2014, Renzi scelse Parigi per dare un colpo antiausterità alla Germania, ma Hollande non gli ha mai fatto da alleato antitedesco. Infatti, subito dopo è corso a Berlino per recupare il terreno perso con la Merkel. E dopo quasi due anni, Renzi continua a porsi male nei negoziati con i nostri partner e soprattutto con la Commissione Europea. Un esempio? Il bluff della Bad bank.
Dopo varie dichiarazioni cotroproducenti e ridicole del Premier e del suo Ministro dell’ Economia, come «E’ fatta!», emerge finalmente la verità. La commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, non ha mai concesso il via libera al bad bank per salvare le banche italiane in fallimento con debiti di decine e decine di miliardi di euro.
Ad oggi ancora nessun risultato, ma il presidente, imperterrito, continua a raccontarci che l’affare è ormai concluso.
E vogliamo, poi, parlare dello scontro senza precedenti tra Italia ed Europa per il salvataggio di quattro banche con il Fondo interbancario? La contestazione maggiore rivolta a Renzi da parte della Commissione Europea: come hanno fatto gli economisti del premier a non accorgersi in tempo di quel che stava accadendo? Nessuna risposta.
E ancora, di ridurre il debito non se ne parla, in compenso aumenta il deficit. Il bello arriverà in primavera quando l’UE dovrà approvare la Legge di Stabilità. La Commissione ha già espresso le sue perplessità sulla sospensione dalla Tasi e sul rapporto deficit/Pil aumentato dello 0,2%. Siamo in via di bocciatura.