Le novità per il 2020 in ambito di Forex Market sono numerose per quanto non tutte particolarmente promettenti. I principali autori degli sconvolgimenti degli ultimi mesi, infatti, potrebbero subire dei significativi cali con l’avvento del nuovo anno, portando gli investitori a dover correre rapidamente ai ripari.
Tuttavia, nel frattempo, buone notizie vengono dal settore delle criptovalute: tra la Cina che si dice pronta al lancio di una versione digitale del renmimbi, l’UE che starebbe pure essa pensando ad una versione digitale dell’euro e, nel mentre, i principali enti finanziari statunitensi che fanno l’occhiolino al Ripple.
In pratica Forex Market e mercato criptomonetario non sono mai stati più vicini.
La de-dollarizzazione è digitale
La Cina già da tempo si è impegnata per combattere la supremazia del dollaro sul mercato internazionale. Ci ha provato con i petro-yuan, i futures sul petrolio in yuan, ma con successo limitato: il 90% del mercato del petrolio continua ad essere dominato dalla valuta statunitense.
Probabilmente anche in vista del mancato accordo tra le due parti in tema di guerra dei dazi, la China Center for International Economic Exchange (CCIEE), ha annunciato che la tecnologia per la conversione digitale è pronta e potrebbe essere operativa già agli inizi del 2020.
«La Banca Centrale cinese sta lavorando al progetto di una valuta digitale da cinque o sei anni, e credo che la tecnologia sia ormai pronta- ha affermato il vice-presidente della CCIEE, Huang Quifan– La Banca del Popolo cinese sarà così la prima banca centrale al mondo a immettere sul mercato una criptovaluta»
Si tratterebbe di un colpo grosso per i sistemi di pagamento americani Swift e Chips, responsabili della commercializzazione internazionale della valuta cinese.
La crypto di Stato, tuttavia, sarebbe destinata, almeno inizialmente, solo e soltanto al mercato interno, deludendo in questo modo gli investitori che si affidano a piattaforme, come questi broker forex su investingoal.it, per realizzare operazioni sul renmimbi cinese (CHF).
Bank of America e MoneyGram si rivolgono a Ripple
Oltreoceano, gli USA eseguono, nel frattempo, un’operazione simile per quanto mossa da motivazioni completamente diverse.
Sono anni che il Ripple è sul mercato, in attesa di essere impiegato dalle maggiori banche mondiali. Criptovaluta pensata esclusivamente per l’accelerazione delle operazioni bancarie e l’abbattimento dei costi delle transazioni intercontinentali e internazionali, il Ripple nel 2019 è riuscito nell’impresa di inserire nella propria clientela due colossi: Bank of America e MoneyGram.
Con la prima le contrattazioni non hanno ancora portato all’immissione di prodotti sul mercato, mentre con la seconda, invece, sono stati già coperti due canali: il ponte Brasile-Australia e quello Messico-Filippine.
Non si tratta, dunque, di un’operazione federale, che veda coinvolti gli Stati Uniti nel loro insieme, quanto di un’iniziativa privata, probabilmente in risposta alla incerta situazione finanziaria americana.
Iniziando a commercializzare prodotti basati sul Ripple, infatti, Bank of America immetterebbe sul mercato un prodotto di qualità nettamente superiore a quello della concorrenza. In tal modo, inoltre, anche le spese verrebbero di gran lunga ridotte.
Si tratta dell’ennesima conferma del fatto che il futuro è digitale, anche quello delle valute.
Forex e criptovalute: i due mercati convergeranno?
Per adesso la risposta non può che essere negativa, per quanto, tuttavia, sia stato compiuto il primo e fondamentale passo per questa operazione.
Non dimentichiamo, infatti, che le criptovalute sono state create con l’esatta intenzione di sostituire al denaro cartaceo un sistema più preciso, sicuro, veloce e decentralizzato.
Satoshi Nakamoto a questo pensò quando creò nel 2009 il Bitcoin, e questo principio si è poi propagato anche alla seconda generazione di crypto, le cosiddette Altcoin, di cui fa parte anche Ripple.