Come calcolare l’età pensionabile nel 2021

Con l’articolo 24 di un Decreto Legge in vigore da qualche anno, denominato anche impropriamente Legge Fornero, vi è stata la cosiddetta riforma delle pensioni.

Si tratta dell’entrata in vigore del sistema contributivo per tutti coloro i quali abbiano versato i propri contributi successivamente all’anno 1995: ciò non significa che vi siano anche modalità di calcolo dell’età pensionabile riferibili a quello retributivo o misto e la possibilità della pensione anticipata. Orientarsi non è sempre facile e per questo ci si può affidare a portali ben organizzati che offrono contenuti e approfondimenti interessanti in merito.

Al giorno d’oggi l’età pensionabile secondo inpensione.com, può essere calcolata molto più facilmente grazie alle numerose risorse che il web mette a disposizione, come per esempio guide, tabelle comparative e corsi dedicati.

I sistemi di calcolo dell’età pensionabile

Prima della legge Fornero, quindi, si accedeva alla pensione di anzianità con almeno 18 anni di contributi versati a patto di aver lavorato in strutture pubbliche o private fino al 1995. Il sistema di calcolo si basava sulla retribuzione media ricevuta durante gli ultimi anni di lavoro e infatti si chiamava anche sistema retributivo. Occorre, però, aver compiuto i 65 anni di età e aver maturato 15 anni di contributi già nel 1992.

Si sostituisce, a tale sistema, quello contributivo che si basa proprio su ciò che è stato versato al proprio ente previdenziale e non più sullo stipendio medio. Chi abbia maturato contributi successivamente al 1995 deve inserire questa modalità nel calcolo della propria età pensionabile: il coefficiente di rivalutazione viene moltiplicato per la contribuzione media accantonata negli anni di lavoro. Tale coefficiente tiene conto non solo dell’età ma anche dell’eventuale rivalutazione monetaria.

A queste due modalità si aggiunge il sistema cosiddetto misto, che li comprende entrambi: si tratta di tutti coloro che abbiano versato contributi sia precedentemente al 1995 che negli anni successivi e che quindi andranno a calcolare la loro pensione secondo entrambi i principi.

Pensioni anticipate e gestioni INPS

In questi ambiti di calcolo dell’età pensionabile, poi, s’inserisce anche la possibilità di una pensione anticipata: in una qualunque tabella riassuntiva si può evincere come la differenza sostanziale si verifichi a seconda che a richiederla sia un uomo o una donna, caso in cui si guadagnerà almeno un anno. La discriminante principale è rappresentata, inoltre, dagli anni di contributi versati che dovranno essere almeno 42 e un mese (poco più di 2200 settimane). Nel momento in cui tali condizioni siano soddisfatte, si hanno 3 mesi di tempo (“finestra”) per inoltrare la domanda.

Nell’ambito del sistema misto, invece, occorre tenere ben conto anche dell’età anagrafica. In tale calcolo gli anni contributivi concernenti il settore pubblico devono corrispondere ad almeno 20 e occorre aver compiuto 66 anni (65 per le donne). Per tutti gli altri settori, in primis il privato, bisogna avere 67 anni ma si tratta di un’età che è destinata a crescere, seppur lentamente, nei prossimi decenni. Chi si trovi a svolgere tipologie di lavoro pesante o persino potenzialmente dannoso per la salute a lungo termine, invece, può contare un anno di meno.

Entro quest’anno, infine, si può calcolare ancora la “quota 100” che riguarda la semplice somma tra gli anni di contributi e l’età anagrafica: in tal senso quest’ultima rimane un punto fermo e deve risultare di 62 anni compiuti cui vanno aggiunti 38 anni di versamenti. Va da sé che se la quota contributiva è stata già raggiunta ma l’età non corrisponde, la somma potrà equivalere anche a 101, 102 e oltre. Lo spazio temporale per chiedere tale tipologia di pensionamento è pari a 3 mesi per tutti i dipendenti privati e circa il doppio per quelli pubblici.

Nel calcolo delle pensioni si tiene anche conto della tipologia di Gestione INPS dei contributi stessi, laddove quella Ordinaria comprende tutti i lavoratori dipendenti sia in ambito pubblico che privato, mentre quella Separata è riferibile a categorie indipendenti come i possessori di Partita Iva o le piccole e grandi aziende.