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Assegno di mantenimento, come calcolarlo

È stato appurato che, tra le maggiori cause di stress, separazione e divorzio occupano un posto in primo piano. Inevitabile dire che, per quanto consapevoli e consenzienti, la fine di un matrimonio rappresenta sempre un fallimento che richiede un periodo di ricostruzione personale e riflessione per comprendere gli errori fatti. Perché,  fatta eccezione per casi particolari, le responsabilità sono sempre condivise. Come se non bastasse, poi, a tutto questo tumulto emotivo si aggiungono anche dei problemi di ordine pratico come la richiesta e il calcolo del mantenimento in presenza di minori. Ovviamente, da un punto strettamente giuridico, saranno gli avvocati e il giudice a decidere il giusto ammontare. Nonostante questo, però, è sempre meglio essere informati su modalità da seguire e i documenti da richiedere. Dunque, proviamo a vedere insieme come calcolare il mantenimento.

Il mantenimento, una tutela per i figli

Iniziamo con lo specificare un fatto che dovrebbe essere assodato. Nonostante la separazione in atto, entrambi i genitori hanno il dovere di provvedere al benessere economico dei figli. Il che non vuol dire solo garantire il nutrimento ma impegnarsi per mantenere il tenore di vita pre-separazione. Ovviamente la partecipazione economica delle parti deve essere valutata e considerata attraverso l’analisi di alcuni elementi, che andremo a considerare nel dettaglio. In passato gran parte degli assegni di mantenimento venivano calcolati sulla base di un’unica testimonianza, quella della dichiarazione dei redditi. Oggi, visti anche i numerosi casi di evasione fiscale, il giudice si avvale di fonti più approfondite. Per vedere se effettivamente non esistono discrepanze tra il tenore di vita tenuto e quanto denunciato fiscalmente, è necessario scavare nel patrimonio, cercando notizie tramite banche, fino ad arrivare all’Agenzia delle Entrate. I senso di tutta questa attività di indagine è riuscire a ripartire in modo proporzionale la responsabilità economica dei figli tra le due parti.

Assegno di mantenimento, come si calcola?

Iniziamo con il dire che la domanda non ha una risposta precisa. Nello stabilire la cifra, infatti, il magistrato può seguire delle motivazioni del tutto discrezionali che cambiano da caso a caso. E, a volte, anche da figlio a figlio. In una famiglia, infatti, potrebbe esserci un caso con maggiori richieste  economiche rispetto ad un altro come, ad esempio, la frequentazione di scuole speciali o la necessità di cure specifiche. Nonostante questa interpretazione molto soggettiva del diritto, però, alcuni tribunali hanno provato a elaborare un sistema di massima univoco. Almeno a grandi linee. Secondo le tabelle si prevede che il mantenimento debba essere valutato intorno ad un quarto del reddito ed erogato per 13 mesi. Questo vuol dire che per uno stipendio medio di 1.699 euro il mantenimento è pari al 25% del reddito in presenza di un figlio. Nel caso di due si sale al 40%, mentre per tre figli si arriva al 50%. A queste percentuali, poi, si devono aggiungere anche le spese non ordinarie. Si tratta di eventi straordinari legati a delle necessità immediate e impreviste dei ragazzi. Per questo motivo non possono rientrare in un conteggio più articolato e personalizzato secondo la realtà economica dei due genitori. La legislazione, dunque, ha previsto che la ripartizione debba Avvenire al 50%.