Arrivano i primi freddi, le temperature si abbassano e cerchi il comfort del tepore domestico.
Accendi il tuo climatizzatore in modalità pompa di calore, un alleato prezioso durante la mezza stagione, ma dopo qualche minuto ti accorgi che l’aria che esce è fredda, o al massimo a temperatura ambiente.
È una situazione frustrante e molto più comune di quanto si pensi.
Prima di pensare al peggio, è importante sapere che le cause di questo malfunzionamento possono essere diverse, alcune delle quali risolvibili con semplici controlli, altre che invece richiedono l’occhio di un esperto.
Questa guida ti aiuterà a fare una prima diagnosi, partendo dalle verifiche più semplici fino ad arrivare ai problemi più complessi, per capire perché il tuo climatizzatore non scalda e come comportarti.
I controlli preliminari: le verifiche semplici che puoi fare subito
Spesso, la soluzione è più semplice del previsto.
Prima di contattare un tecnico, dedica qualche minuto a questi controlli preliminari che potrebbero risolvere il problema immediatamente.
- Impostazioni del telecomando: Sembra banale, ma è la causa numero uno. Assicurati che il climatizzatore sia impostato in modalità “Heat” (riscaldamento), solitamente indicata dal simbolo del sole. Controlla anche che la temperatura impostata sia di alcuni gradi superiore a quella ambientale. Se imposti 22°C e in casa ce ne sono già 23°C, l’unità non partirà.
- Filtri dell’aria sporchi: I filtri dell’unità interna, se intasati di polvere, bloccano il flusso d’aria. Questo impedisce al climatizzatore di scambiare calore correttamente, riducendo drasticamente la sua efficacia o mandandolo in blocco di protezione. Estrarre e pulire i filtri secondo le istruzioni del manuale è un’operazione semplice che può fare miracoli per le performance.
- Unità esterna ostruita: La pompa di calore funziona “assorbendo” calore dall’aria esterna per trasferirlo all’interno. Se la ventola o la griglia dell’unità esterna sono bloccate da foglie, teli di copertura dimenticati o altri detriti, questo scambio termico non può avvenire. Assicurati che l’unità esterna sia libera e abbia spazio sufficiente intorno per “respirare”.
Quando il problema è più profondo: cause comuni che richiedono un tecnico
Se dopo aver eseguito questi controlli il climatizzatore continua a non scaldare, è probabile che il problema sia di natura tecnica.
Ecco le cause più comuni che richiedono una diagnosi professionale.
- Carenza di gas refrigerante: Il gas refrigerante è il fluido che trasporta il calore dall’esterno all’interno. Se c’è una micro-perdita nel circuito, la quantità di gas diminuisce e con essa la capacità di riscaldare. Un segnale tipico di poco gas è la formazione di ghiaccio sull’unità esterna, anche con temperature sopra lo zero.
- Valvola di inversione bloccata o difettosa: Questa valvola è il componente meccanico che inverte il ciclo del refrigerante, permettendo al climatizzatore di passare dalla modalità raffreddamento a quella riscaldamento. Se la valvola è bloccata o rotta, l’unità potrebbe rimanere “bloccata” in modalità estiva.
- Problemi ai sensori o alla scheda elettronica: Il climatizzatore è gestito da una scheda elettronica che riceve informazioni da varie sonde di temperatura. Se una di queste sonde è guasta e comunica dati errati, la scheda può non dare il consenso all’avvio del ciclo di riscaldamento, anche se tutto il resto funziona.
Identificare con certezza quale di questi componenti sia la causa del malfunzionamento richiede strumentazione specifica e competenza tecnica.
In questi scenari, tentare una riparazione autonoma può essere rischioso e peggiorare il danno.
La diagnosi precisa del guasto è il primo passo per una soluzione efficace, e per questo è sempre consigliabile richiedere un intervento di assistenza per climatizzatori.
Il fattore “ghiaccio”: il normale ciclo di sbrinamento
Un’ultima nota importante. Se fuori fa molto freddo e c’è umidità, è normale che l’unità esterna si copra di brina o ghiaccio.
Quando questo accade, il climatizzatore interrompe temporaneamente il riscaldamento interno per avviare un ciclo di “sbrinamento” (defrost) sull’unità esterna. Durante questa fase, che può durare diversi minuti, le ventole interne si fermano.
Questo è un comportamento del tutto normale.
Se però noti che l’unità va in sbrinamento troppo spesso o non riesce a liberarsi completamente dal ghiaccio, allora questo è sintomo di uno dei problemi tecnici visti sopra, come la carenza di gas.
Dalla diagnosi alla prevenzione: la soluzione per un inverno senza sorprese
Come abbiamo visto, le cause di un climatizzatore che non riscalda sono molteplici.
Ma se la riparazione è la cura, la prevenzione è senza dubbio la strategia migliore per evitare di trovarsi al freddo proprio quando se ne ha più bisogno.
La maggior parte di questi guasti, infatti, può essere intercettata e risolta con un check-up professionale eseguito prima dell’inizio della stagione fredda.
Un intervento di manutenzione autunnale non è una semplice pulizia, ma un’analisi completa che previene attivamente i problemi più comuni:
- Prevenire le perdite di gas: Grazie a un controllo strumentale delle pressioni, è possibile identificare quelle micro-perdite che, se ignorate, portano alla formazione di ghiaccio e al blocco del riscaldamento.
- Garantire l’affidabilità elettronica: La verifica dei serraggi elettrici e dei sensori previene i malfunzionamenti della scheda elettronica, evitando che comunichi dati errati e blocchi l’avvio del riscaldamento.
- Assicurare il massimo flusso d’aria: Una pulizia e sanificazione approfondita dei filtri e della batteria interna, ben più efficace di quella domestica, garantisce che il calore prodotto venga distribuito nell’ambiente senza ostacoli.
- Ottimizzare lo scambio termico: L’ispezione e la pulizia dell’unità esterna assicurano che nulla ostacoli il processo di assorbimento del calore, fondamentale per il funzionamento della pompa di calore.
