Il paradosso degli stipendi Rai

Quanto guadagnano i dirigenti delle società pubbliche? Diciamo che, almeno in teoria, esiste un limite massimo di 240 mila euro all’anno. Ma la legge, a quanto pare, non viene applicata e questo è verificabile secondo le più semplici norme di trasparenza.

Perchè, visto che esiste, la legge non viene applicata?Canone Rai 2016 regole

Semplice, il trucchetto è presto spiegato.

Con il decreto Irpef del 2014, Renzi ha stabilito che per qualsiasi società pubblica è sufficiente emettere strumenti finanziari diversi dalle azioni per superare il tetto dei 240 mila.

Una decisione quanto meno ambigua: da un lato pone il limite, dall’altro fornisce l’escamotage per aggirare la regola.

Secondo la Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi, gli stipendi Rai superano, eccome, la soglia stabilita. Da Via Mazzini, però, si rifiutano di rendere pubblici i dati in questione.

Ma Roberto Fico, presidente della Commissione, non ci sta e ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede di visionare le retribuzioni dei dirigenti d’azienda.

Avvalendosi, peraltro, della legge 220 del 2015 sulla riforma del servizio radiotelevisivo, Fico esige chiarezza dopo le nomine dei nuovi dirigenti, Daria Bignardi, direttore di Rai Tre, e Carlo Verdelli direttore editoriale, i cui stipendi supererebbero i 240 mila euro lordi annuali.

Sembra poi, che il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto abbia un onorario di ben 650 mila euro lordi all’anno per tre anni senza bonus, e la presidente Monica Maggioni prenderebbe più di 300 mila euro. Finchè, però, non sarà fatta chiarezza il condizionale è d’obbligo.

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