La pensione: quanti dubbi ed incertezza circolano intorno a questa parola, e questo vale sia per chi ancora lavora e per chi riceve già l’assegno dell’Inps. Chi si aspettava un aumento delle pensioni nel 2021 probabilmente resterà deluso: vediamo quali sono le ultime novità e cerchiamo di capire cosa prevede la legge per quanto riguarda la rivalutazione del trattamento nel corso del tempo.
Quando ci sarà un aumento delle pensioni?
A quanto ammonta l’aumento delle pensioni per il 2021? Rullo di tamburi….a zero! Lo hanno comunicato alla fine dell’anno passato il Ministero dell’Economia e delle Finanze con un suo decreto e l’Inps con una sua circolare. La mancata rivalutazione riguarda le pensioni in generale, quindi non ci saranno ritocchi neanche per quanto riguarda il trattamento minimo e la pensione sociale. Alla base di questa decisione c’è l’andamento dei prezzi al consumo, che tra il 2019 ed il 2020 non ha registrano nessun crescita. Tutto sommato, anche se la rivalutazione è pari a zero, l’istituto nazionale della previdenza ha affermato che gli assegni potrebbero subire un leggerissimo incremento: si parla di un conguaglio dello 0,1%.
Come funziona la rivalutazione: cosa dice la legge
Cerchiamo di capire cosa dice la legge in merito alla rivalutazione della pensione, nota anche come perequazione del trattamento. Di fatto stiamo parlando d un meccanismo che permette di adeguare l’importo delle pensioni all’inflazione. Per il triennio che va dal 2019 al 2021 la perequazione avviene seguendo queste regole:
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- rivalutazione pari al 100% dell’inflazione per le pensioni di importo che non supera il trattamento minimo moltiplicato per quattro;
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- rivalutazione pari al 77% dell’inflazione per le pensioni di importo che non supera il trattamento minimo moltiplicato per cinque;
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- rivalutazione pari al 52% dell’inflazione per le pensioni di importo che non supera il trattamento minimo moltiplicato per sei;
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- rivalutazione pari al 47% dell’inflazione per le pensioni di importo che non supera il trattamento minimo moltiplicato per otto;
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- rivalutazione pari al 45% dell’inflazione per le pensioni di importo che non supera il trattamento minimo moltiplicato per nove;
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- rivalutazione pari al 40% dell’inflazione per le pensioni di importo che supera il trattamento minimo moltiplicato per nove.
Nessun adeguamento del trattamento, ma occhio al conguaglio
Occorre precisare che per il 2021 il trattamento minimo è stato fissato a 515,58 euro al mese. Visto che per il 2021 è stato previsto un tasso di inflazione previsionale pari allo 0%, come abbiamo detto in precedenza, per quest’anno non sono previsti adeguamenti dell’assegno pensionistico. Potrebbe comunque esserci un aumento delle pensioni pari allo 0,1%: con questo conguaglio si recupera la minore rivalutazione concessa nell’anno precedente. Al termine del 2019 infatti, il ministero fissò allo 0,4% il tasso di inflazione previsionale, e le pensioni vennero indicizzate a quel dato; in realtà, alla fine del 2020 il tasso è stato corretto ad un definitivo 0,5%, quindi le pensioni quest’anno recupereranno quello 0,1% di differenza.