Le obbligazioni bancarie subordinate fanno parte di una categoria di obbligazioni emesse dalle aziende e dalle banche il cui rimborso viene dato, nel caso in cui si presentino problemi finanziari per il mittente, solo in seguito a quello destinato ai creditori ordinari. Scopriamo le caratteristiche e il funzionamento delle obbligazioni bancarie subordinate per cercare di rispondere alla domanda: conviene investire in esse?
Le caratteristiche e il funzionamento delle obbligazioni bancarie subordinate
Esistono diverse tipologie di obbligazioni bancarie subordinate il cui profilo di rischio può variare. Le tipologie di obbligazioni bancarie subordinate al momento, come conseguenza delle nuove regole sui requisiti minimi di capitale, sono solamente due ovvero Tier 1 e Tier 2. La prima categoria è quella con un maggior margine di rischio tanto che, in caso d’insolvenza, l’investitore rischia l’intero capitale investito. Se l’investimento va bene, però, le Tier 1 offrono una maggior remunerazione.
Nel caso di default, quindi, i primi a ricevere il rimborso saranno i titolari delle obbligazioni ordinarie. Successivamente, sarà il turno degli azionisti e dei titolari di obbligazioni subordinate. È facile capire come, nel caso in cui non rimanga più niente dopo aver rimborsato gli obbligazionisti ordinari, a quelli che detengono azioni subordinate non spetterà nulla. Nel caso in cui, invece, la banca non arrivi al fallimento, il denaro viene restituito entro i termini di scadenza stabiliti, con un tasso d’interesse maggiore se comparato a quello delle obbligazioni ordinarie. La maggior parte delle obbligazioni subordinate non ha una scadenza nel senso stretto del termine ma può essere richiamata dall’emittente attraverso quella che è conosciuta come “call”.
Investire nelle obbligazioni bancarie subordinate conviene?
Le obbligazioni bancarie subordinate, spesso chiamate “junior” per distinguerle da quelle “senior” (non subordinate), comportano un rischio maggiore, rispetto ai bond senior, che può far desistere diversi investitori. L’entità di questo rischio è data dal fatto che, in caso di fallimento, i primi a essere rimborsati saranno i creditori senior e quelli junior rischiano di rimanere a bocca asciutta. Anche nel caso in cui la banca non diventi insolvente, questa può subire delle perdite, per esempio dovendo affrontare delle difficoltà operative, e ciò porterà delle perdite anche all’investitore. I rendimenti possono variare in base ai gradi di rischio e le cedole sono, solitamente, a cadenza semestrale oppure annuale. Possiamo dire, quindi, che questa tipologia d’investimento è consigliata agli investitori che non temono un elevato margine di rischio, inclusa la possibilità di perdere il 100% del capitale.