Come molti avevano già anticipato, la crisi del mercato cinese non è stata passeggera. Pare, infatti, che le importazioni di Pechino sono diminuite del 20,4% in settembre subendo una contrazione del 3,7%, con un netto miglioramento su quella del mese precedente, che era stata del 13,8% su base annuale.
La domanda che tutti si pongono è: Pechino riuscirà a il tasso di crescita previsto per il 2015, fissato al 7%? Sembra, inoltre, piuttosto difficile anche la possibilità che la Fed acceleri il rialzo dei tassi.
Un altro ostacolo ulteriore alla ripresa, è rappresentato dal clima di fiducia dei giapponesi, che a settembre è sceso a 40,6 punti dai 41,7 del mese scorso. Sul fronte tedesco, invece, l‘inflazione si conferma in contrazione a settembre: la lettura finale dei prezzi al consumo tedeschi mostra, infatti, un calo dello 0,2% mensile e un valore invariato per la variazione tendenziale.
In Italia si aspetta l’esito della nuova asta Btp; nel frattempo lo spread è a quota 108 punti, mentre i titoli a 10 anni rendono l’1,66%.
Purtroppo arretra anche Fca, che solo qualche giorno fa, aveva beneficiato dell’avvio della quotazione di Ferrari, ma è già tempo di parlare di grandi manovre per arrivare alla fusione con General Motors. La capitale inglese, arretra dello 0,8%, Francoforte dell’1,2% e Parigi perde l’1,5%.
L’euro supera quota 1,14 dollari per la prima volta da tre settimane, arrivando a un picco di seduta di 1,410 sul possibile rinvio del rialzo dei tassi Fed. Prosegue il recupero dello yen, che guadagna qualche punto sia sull’euro (136,25) che sul dollaro (119,83).