Un avvio decisamente molto lento quello relativo alle auto elettriche ad emissioni zero ma finalmente ci stiamo avvicinando ad una maggiore e più rapida diffusione, anche a causa dello choc e dalla profonda delusione procurati a tutto il mondo dal Dieselgate Wolkswagen.
In questo periodo il primato di leadership produzione/vendita lo detengono gli USA ma nei prossimi decenni assisteremo ad un’accelerazione esponenziale da parte dell’Unione Europea verso questo mercato definito “green mobility”, tanto da balzare in testa insieme alla Cina solo tra cinque anni, intorno al 2020: tra qualche anno un’auto sarà pronta a ripartire già entro i 30 minuti di attesa grazie ai 130mila siti ricarica previsti ed allestiti utilizzando l’imponente budget di 50 milioni di euro; così come si prevede che gli accumulatori costeranno la metà o addirittura il 75% in meno.
Siamo di fronte ad un business in forte ascesa iniziato in Italia nel 2009 e che ha portato finora alla nascita di 60mila veicoli elettrici ibridi regolarmente utilizzati e circolanti nella nostra penisola.
Il mezzo milione di auto elettriche, sia EV (Electric Vehicle) a propulsione elettrica in senso stretto che le ibride Phev (acronimo che sta per Plug in Hybrid Electric Vehicle), venduto in vari Paesi del globo, sarà soppiantato nei prossimi dieci anni dai 3 milioni durante il 2021 e dai 5 milioni di vetture nel 2025, assistendo di conseguenza all’impennata del valore di mercato fino all’8% , dallo 0,6% attuale e dall’1% previsto per il 2016.
L’auto elettrica e’ il futuro, quindi. C’è da dire, purtroppo, che però non comporterà la risoluzione del problema atavico relativo all’inquinamento: sicuramente prenderà il posto delle auto a benzina/diesel/gasolio ma potrà incidere solo parzialmente poichè non sarà possibile evitare le emissioni scatenate dai loro iter di produzione/rottamazione