Il cosiddetto gap pensionistico è una delle preoccupazioni più ricorrenti per gli italiani: in pratica è la differenza tra lo stipendio che si percepisce attualmente e l’assegno mensile che si riceverà quando si andrà in pensione. Per poter mantenere lo stesso tenore di vita molti italiani si mettono alla ricerca di soluzioni che gli permettano di integrare la pensione: uno di questi strumenti può essere la rendita vitalizia immediata; vediamo cos’è, scopriamo se ci sono tasse da pagare e altre curiosità.
Cos’è la rendita vitalizia immediata: a chi può interessare e altre curiostià
Alla base di tutto c’è un contratto con cui un soggetto si obbliga a versare periodicamente una somma di denaro a favore del beneficiario; la rendita vitalizia prevede che i pagamenti si protraggano finché il beneficiario sarà in vita. Se il contratto è stato sottoscritto con un’assicurazione (ovvero una polizza vita) stiamo parlando di rendita a titolo oneroso: a fronte del pagamento di un premio, la compagnia si obbliga a riconoscere una rendita (o un capitale) al beneficiario nel caso in cui al verificarsi dell’evento previsto e finché sarà in vita. Si parla di rendita vitalizia immediata se il pagamento della rendita decorre dallo stesso momento in cui si stipula il contratto; in questo caso il premio è unico e pagato anticipatamente, mentre il numero delle rate pagate al beneficiario dipende solo da quanto lui vivrà ancora.
Può essere utile stipulare una polizza vita che preveda una rendita vitalizia immediata alle persone che hanno già raggiunto l’età pensionabile ma non hanno potuto versare contributi, a chi è già in pensione ma vuole incrementare le sue entrate mensili, a chi vuole far sì che i suoi risparmi possano generare una rendita che duri per tutta la sua vita e a chi vuole garantire una rendita mensile ai suoi eredi in caso di premorienza (nel caso in cui sia stata scelta una polizza che preveda la reversibilità della rendita). Con la firma del contratto il beneficiario di fatto affida alla compagnia di assicurazioni la gestione dei suoi risparmi in modo da garantirsi una rendita predeterminata e sicura.
Le tasse da pagare sulle rendite
Ad eccezione delle prestazioni LTC (ovvero Long Time Care, le prestazioni a tutela delle persone che perdono la loro autosufficienza) che sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche, il trattamento fiscale delle rendite è il seguente:
- per quanto maturato fino al termine del 2000 – si applica l’aliquota marginale IRPEF all’87,5% della rendita; la tassazione è a titolo di acconto
- per quanto maturato dall’inizio del 2001 fino al termine del 2006 – ad eccezione della quota che deriva dai risultati finanziari, alla rendita viene applicata l’aliquota marginale IRPEF; la tassazione è a titolo di acconto;
- per quanto maturato dall’inizio del 2007 – alla rendita viene applicata un’aliquota del 15% (che si può ridurre fino al 9% in base all’anzianità di iscrizione superiore ai quindici anni); vengono esclusi dall’imponibile i rendimenti maturati; la tassazione è a titolo definitivo.
Il rendimento finanziario prodotto dalle rendite ergate è invece sottoposto all’imposta sostitutiva del 26% o del 12,50% per gli investimenti in titoli di Stato italiani ed assimilati