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Pensione integrativa: come funziona, vantaggi e svantaggi

Sono molte le persone che, preoccupate dalla differenza tra lo stipendio che percepiscono attualmente e l’assegno pensionistico che riceveranno in futuro, hanno preso in considerazione l’idea della pensione integrativa. Ma non tutti sanno di cosa si tratta veramente: vediamo come funziona la pensiona integrativa e quali sono i vantaggi e gli svantaggi.

Come funziona la pensione integrativa

Negli ultimi anni abbiamo assistito a tantissime novità per quanto riguarda il sistema pensionistico: le aspettative dei lavoratori non sono particolarmente rosee e per subire meno quello che viene definito gap pensionistico (la differenza tra lo stipendio percepito e l’assegno mensile erogato dall’ente previdenziale) e quindi mantenere più o meno sempre lo stesso tenore di vita cresce le persone che si interessano alla pensione integrativa. Una volta deciso di assicurarsi una rendita adeguata sottoscrivendo una pensione integrativa bisogna anche scegliere la tipologia più adatta alle proprio esigenze.

Esistono infatti i fondi pensione (che possono essere aperti, a cui può accedere qualsiasi lavoratore, o chiusi, a cui possono accedere solo determinate categorie) e i piani individuali pensionistici, noti anche come PIP. A livello fiscale le due tipologie sono sottoposti alla medesima normativa, quindi in entrambi i casi è prevista la possibilità di dedurre dal reddito i versamenti fino ad un totale di 5164 euro. Per quanto riguarda i fondi pensione il lavoratore si impegna a versare una quota (che può essere una parte del TFR per quanto riguarda i dipendenti o una parte dei guadagni per i liberi professionisti) che l’intermediario investe sui mercati finanziari; quando il lavoratore andrà in pensione, il capitale versato più il frutto della sua gestione verranno trasformati in pensione integrativa.

Vantaggi e svantaggi di fondi pensione e piani individuali pensionistici

Il PIP è invece un’assicurazione: il lavoratore versa (mensilmente o annualmente) il suo premio, che viene investito in un fondo gestito dalla compagnia assicurativa. È possibile scegliere se quando si andrà in pensione si vorrà ricevere una rendita vitalizia con pagamenti ogni mese oppure se si vuole ricevere metà del capitale subito e il resto a rate. Dal punto fiscale è una soluzione che presenta diversi vantaggi: oltre alla già citata deducibilità fino a 5164 euro bisogna segnalare l’aliquota fiscale agevolata sulla liquidazione (15% se il piano rimane aperto per almeno 15 anni, poi l’aliquota scende di un ulteriore 0,3% per ogni anno successivo, fino ad arrivare al 9%). Gli svantaggi sono rappresentati dai costi, dalla difficoltà di rientrare in possesso dei soldi versati prima dell’arrivo all’età pensionabile e dal rischio dell’investimento).

Discorso simile per i fondi pensione, con i vantaggi rappresentati dalle agevolazioni fiscali (sui rendimenti viene applicata l’aliquota dell’11%, deducibilità fino a 5164 euro e aliquota del 15% per adesioni dai 15 anni di durata in su), mentre gli svantaggi si possono individuare nell’impossibilità di recedere dal contratto, dalla difficoltà di rientrare in possesso delle somme prima dell’arrivo dell’età della pensione e dal rischio dell’investimento e, spesso, dall’assenza della clausola capitale garantito.