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Rimborso forfettario avvocati: che cos’è? Quando vi si ricorre? Come calcolarlo?

Quando capita di avere tra le mani la parcella di un avvocato, al contrario di altre categorie professionali, potremmo notare la voce “rimborso forfettario” per un’ammontare pari al 15%. Ma in che cosa consiste il rimborso forfettario avvocati? Quando è dovuto e come si calcola e fattura? Continuate a leggere per scoprire, in breve, che cos’è il rimborso forfettario avvocati e cosa rappresenta.

Rimborso forfettario avvocati: che cos’è?

Come accennato in premessa, leggendo la parcella di un avvocato l’occhio cade, oltre che sulle voci note, sulla dicitura “rimborso forfettario”. Ma in che cosa consiste questa percentuale e a fronte di cosa è dovuta al professionista? Precisiamo innanzitutto che il rimborso forfettario è pari al 15% delle spese generali e si tratta di una voce riconosciuta dalla legge in favore di questa categoria professionale.

Si tratta di una somma dovuta quindi a titolo di rimborso forfettario per le spese sostenute dall’avvocato nel corso dello svolgimento della causa in favore del cliente, la cui dimostrazione potrebbero però risultare difficile o comunque sia gravosa. Parliamo quindi di spese che, per essere rimborsate, non necessitano di una prova tangibile in quanto quantificate in modo forfettario e presenti in ogni causa.

Ne rappresentano un esempio la cancelleria, le fotocopie dei documenti, le spese per faldone, cartelline, carta e toner per la stampante, bolli, acquisizione di testi e manuali specifici ai fini della causa. Ma rientrano in queste spese forfettarie avvocati anche, più banalmente, quelle relative al carburante impiegato per presentarsi alle udienze, per richiedere documenti e atti in cancelleria. Spese, in definitiva, per le quali non è possibile tracciare con precisione e accuratezza l’ammontare, e che quindi vengono quantificate in modo forfettario.

Ma non solo: nel rimborso forfettario avvocati sono inclusi anche i costi legati alla necessità dell’avvocato di presenziare alle udienze, alle riunioni dedicate alla causa e a tutto il tempo che l’avvocato impiega all’interno del tribunale. Fila per la cancelleria, attesa per l’udienza, file per richiedere certificati presso le pubbliche amministrazioni, e così via.

Come si calcola?

Come abbiamo visto, le spese di cui al rimborso forfettario avvocati sono spese che non si possono quantificare con esattezza e che, soprattutto, non riguardano in modo esclusivo l’aspetto legato al costo in termini economici, ma anche in termini di tempo e di occupazione. In aggiunta a ciò, la presenza della voce del rimborso forfettario avvocati è non solo prevista dalla legge, ma anche obbligatoria, anche nel caso in cui non si fossero sostenute le spese di cui sopra.

Per questo motivo il calcolo del rimborso avviene in base a un forfait che, come detto, è pari al 15% delle spese generali, ed è calcolato come imponibile. In altre parole, su quanto versato a titolo di rimborso forfettario si paga sia l’IVA che le altre tasse. Ciò sia se l’avvocato emette fattura a un soggetto possessore di partita IVA che in caso non lo sia, e anche se non espressamente previsto e indicato dal giudice.