Investire o risparmiare non è mai stato così difficile per i tanti cambiamenti bancari che ci sono.
Le nuove direttive europee unite poi anche alle difficoltà economiche di diversi enti, hanno confuso molto i risparmiatori. Non esiste più il buon vecchio libretto di risparmio, come non ci sono buoni fruttiferi con validi interessi che maturano negli anni.
Insomma le problematiche sono tante e di conseguenza è normale che ci si lasci confondere facilmente da tutto quello che sembra “oro colato”. Un esempio di investimento a risparmio sono i certificati di deposito. Essi hanno vantaggi e fattori di rischio che devono essere noti.
Non è un libretto di risparmio
Spesso si confonde il certificato di deposito con il libretto o conto deposito. Si tratta però di cose diverse. Infatti i certificati di deposito bancario o di deposito postali sono una varietà di obbligazioni che dichiarano che è stata depositata una somma che rappresenta un capitale. Questo però è un capitale economico che deve avere poi un suo interesse di rivalutazione.
Esso è molto vantaggio a livello di risparmio poiché ha un tasso di interesse che può essere fisso o variabile, ma comunque più alto rispetto agli altri fondi di investimento.
Tra l’latro il certificato di deposito a scadenza matura in modo che il capitale sia realmente rivalutato. Il motivo per cui ha un alto tasso di interesse è quello di non avere spese di conto e nessun obbligo tassativo. In poche parole è del denaro che viene messo a disposizione della banca da un risparmiatore. Quest’ultimo, dal canto suo, ha un certificato che a scadenza gli permette di recuperare la somma depositata.
Quali sono i rischi che si corrono con i certificati di deposito
Le obbligazioni, dove nella categoria rientrano i certificati di deposito, hanno dei rischi. Il tasso di rischio è rappresentato direttamente dal problema di vendita. In caso si ha intenzione di rivenderlo perché effettivamente la banca ha effettuato degli investimenti errati, allora lo si rivende ad un valore economico inferiore rispetto al prezzo di acquisto.
Inoltre esistono 3 elementi di rischio ulteriori, quali:
- Rischio di liquidità
- Distruzione del titolo
- Relativo al debitore
La perdita di rimborso avviene quando la banca e in crisi o peggio ancora è fallita. Per il resto, con un ente bancario solido, non esiste rischio.
Come evitare i rischi
Evitare i rischi non è possibile del tutto. Dipende dalla banca a cui vi affidate. Il consiglio è quello di investire un massimo di 100.000 euro poiché questa somma viene risarcita anche in caso di fallimento.
Tuttavia è consigliabile sempre affidarsi ad un ente che sia solido e che possa avere un capitale di almeno 8 milioni di euro. Questi sono quelli più stabili e solidi.