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Usurarietà sopravvenuta: ecco che cos’è e cosa fare

Chi si ritrova a dover affrontare l’usurarietà sopravvenuta, spesso non sa che da che parte cominciare. in questo articolo andremo a scoprire che cos’è l’usurarietà sopravvenuta e quali sono le azioni da compiere in questo frangente.

Che cos’è l’usurarietà sopravvenuta

L’usura è un fenomeno a carattere civile e penale di una certa importanza nel nostro Paese e l’usurarietà sopravvenuta è quella che avviene in seguito alle fluttuazioni degli interessi che portano al superamento del tasso applicato a un contratto rispetto a quello pattuito in origine. Al momento della stipula del contratto con la banca, dunque, l’usura sopravvenuta non c’è ma si presenta in un secondo tempo per via delle variazioni nel tasso d’interesse.

La Corte di Cassazione ha stabilito un cavillo per definire chiaramente le cause su cui si basa l’usurarietà sopravvenuta. Essa si ha quando, come conseguenza delle fluttuazioni degli interessi, il tasso che era stato applicato al momento della stipula del contratto e che è originariamente al di sotto del tasso di usura, arriva a superarlo in un secondo tempo. Per stabilire se l’interesse supera l’usura viene usato il Tegm (Tasso effettivo globale medio) come punto di riferimento oltre il quale un tasso d’interesse che ha subìto un aumento di un quarto di punto al quale si aggiungono maggiorazioni di un margine di altri 4 punti, viene dichiarato “usurario”. La differenza complessiva fra il tasso medio Tegm e il limite non può superare gli 8 punti percentuali.

Cosa fare in caso di usurarietà sopravvenuta

Poiché le banche stanno muovendo sempre più azioni verso i clienti che presentano questo tipo di problema è ovvio volerlo risolvere il prima possibile. In questo caso, la maggior parte dei clienti si rivolge alla banca per contestare il credito e richiedere l’annullamento del contratto. Questa richiesta, però, raramente viene accolta in maniera positiva e immediata e ci sono due possibilità:

  • Secondo la prima, per calcolare l’usura è necessario prendere come riferimento il periodo in cui maturano gli interessi per calcolare quando questi devono essere pagati. In tale caso, quindi, l’usura sopravvenuta sarebbe motivo sufficiente per annullare un contratto.
  • La seconda possibilità, invece, considera solamente il tasso d’interessi che c’è al momento del contratto e rende, quindi, l’annullamento dello stesso in caso di usurarietà sopravvenuta meno facile e immediato. Questo scenario, infatti, non prende in considerazione le successive fluttuazioni degli interessi ma si focalizza solo, come già detto, sul tasso d’interessi presente al momento della firma.

È bene sapere, inoltre, che non c’è possibilità di fare causa alla banca nel caso di usurarietà sopravvenuta. Stando alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, infatti, fra i due scenari proposti sopra, quello da prendere in considerazione è il secondo.