marca da bollo da 2 euro

Marca da bollo da 2 euro: cos’è, a cosa serve e quando si utilizza

Uno dei dubbi che sorge più spesso quando si ha a che fare con ricevute e fatture è quello relativo alla marca da bollo da 2 euro: quando si deve mettere e quando no? L’argomento merita di essere approfondito: vediamo cos’è una marca da bollo, a cosa serve e quando si utilizza e cerchiamo di dare una risposta alla domanda relativa alla marca da bollo da 2 euro.

Cos’è e a cosa serve la marca da bollo

La marca da bollo è un’imposta che va a colpire la ricchezza quando c’è una manifestazione indiretta della capacità contributiva (questo è quanto dice il DPR 642 del 1972). Viene definita un’imposta cartolare perché colpisce l’atto scritto su carta, sebbene in realtà sia il suo contenuto ad essere l’oggetto dell’imposizione. La legge prevede diversi tagli di marca; si va dalla marca da bollo da 2 euro fino a quella da 230 euro.

L’obbligo del pagamento del bollo viene assolto con l’acquisto, l‘applicazione e l’annullamento della marca; il contrassegno adesivo può essere acquistato presso i tabaccai e poi apposto sul documento cartaceo; per quanto riguarda le fatture elettroniche la marca da bollo si applica in modo virtuale effettuando il versamento tramite modello F24 (esiste anche una procedura per l’applicazione della marca da bollo virtuale pure per le fatture cartacee).

Non bisogna mettere la marca da bollo se l’importo del documento non raggiunge i 77,47 euro, se i documenti sono già assoggettati all’imposta di bollo o ne sono esenti, se il documento riguarda operazioni soggette ad IVA, se il documento riguarda operazioni non imponibili di esportazioni di merce e cessioni intracomunitarie, se si tratta di una bolletta o di altri tipi di documenti doganali.

Quando si utilizza la marca da bollo da 2 euro?

La marca da bollo da 2 euro si applica sulle ricevute e sulle fatture che non imponibili o che sono esenti ai fini IVA relative ad importi superiori ai 77,47 euro. L’imposta si deve calcolare sul totale e va esclusa dell’eventuale calcolo della ritenuta d’acconto. In alcuni casi questa marca da bollo può essere apposta in documenti a cui venga applicata l’IVA, ma solo se l’importo dei beni o dei servizi esenti dall’imposta sul valore aggiunto è superiore ai 77,47 euro.

La marca da bollo da 2 euro (contrassegno telematico) si applica anche sulle fatture rilasciate da medici e professionisti che lavorano in ambito sanitario. Un’ulteriore precisazione va fatta per quanto riguarda le fatture emesse dai titolari di partita IVA che rientrano nel nuove regime dei minimi/forfettario: le fatture emesse non comportano l’addebito dell’IVA ma sono soggette all’applicazione della marca da bollo da 2 euro (che va applicata sul documento originale) se l’importo è superiore ai 77,47 euro.