iva esposta

Cosa significa IVA esposta? a chi si rivolge, vantaggi e svantaggi

Sono tante le persone che si chiedono cosa significa il termine IVA esposta, magari dopo aver letto un cartello di vendita; su alcuni annunci di vendita è possibile leggere varie diciture relative all’imposta sul valore aggiunto: in alcuni casi si trova IVA inclusa, in altri IVA compresa, in altri ancora IVA esclusa; anche se no è molto frequente si può trovare anche la scritta IVA esposta: cerchiamo di capire a chi si rivolge e quali sono i vantaggi e gli svantaggi legati a questo termine.

Il significato della dicitura IVA esposta

Il significato del termine IVA esposta è molto semplice: sta ad indicare che il prezzo esposto del bene comprende già l’imposta sul valore aggiunto. Piccolo esempio: se si vuole acquistare un’auto usata e sul cartello c’è scritto che il prezzo è di 15.000 euro IVA esposta significa che si deve pagare 12.295 euro per la macchina e 2.705 euro per l’imposta sul valore aggiunto. La dicitura IVA esposta è importante per i titolari di una partita IVA (lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, imprenditori, liberi professionisti); acquistando infatti quel determinato bene hanno la possibilità di scaricare l’IVA.

Vantaggi e svantaggi

Questa possibilità, lo ribadiamo ancora una volta, riguarda esclusivamente i titolari di partita IVA; i soggetti passivi dell’imposta sul valore aggiunto devono liquidare e versare l’IVA ogni mese o ogni trimestre utilizzando il modello F24 (ma solo nella modalità telematica). Per sapere quanto versare il contribuente deve fare il calcolo dell’IVA esigibile nel periodo in questione, che dovrebbe risultare dalle annotazioni fatte sui registri delle fatture emesse o dei corrispettivi delle operazioni imponibili; per individuare la somma da versare bisogna sottrarre l’eventuale credito di imposta maturato nel periodo precedente e aggiungere l’eventuale debito del periodo precedente (se questo era inferiore ai 25,82 euro).

Il risultato finale può essere a debito o a credito: nel primo caso bisognerà fare il versamento nelle casse dell’Erario (ma solo se la somma dovuta supera i 25,82 euro, altrimenti dovrà essere riportata al periodo successivo), mentre nel secondo caso l’eccedenza potrà essere portata in detrazione nel periodo successivo. In conclusione si può dire che il prezzo di un bene con IVA esposta significa che è già comprensivo dell’imposta sul valore aggiunto. Se non è dichiarato diversamente nell’annuncio di vendita, chiunque può acquistare il bene con IVA esposta: la dicitura quindi non si rivolge ad una determinata categoria, ma solo i titolari di partita IVA hanno la possibilità di scaricare l’importo dell’imposta esposta.